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AGAPANTHUS

Aggiornamento: 20 ott 2021

Dedicato a Paola


Siviglia. Giugno 1985.

“Questa mattina è il primo giorno d’estate, ci siamo svegliati tardi e gli altri sono già andati al convegno.

Peccato era un convegno interessante....

Allora? Andiamocene in giro, facciamo colazione in quel bar tanto carino che ti piace tanto e godiamoci la giornata!

E così eccoci in giro per Siviglia. Fa un caldo pazzesco!

Non può mancare il Real Alcazar con il suo meraviglioso giardino, e speriamo anche in un pò di fresco.

- Sei come questo fiore, sei un’esplosione di gioia! - mi dice mentre accarezza il fiore altissimo che si alza lungo la siepe e quasi blocca il nostro cammino.

Trovarsi di fronte al fiore dell’amore proprio oggi, nel primo giorno d’estate…ma non è troppo romantico?...quanta emozione!”

Agapanthus è il fiore dell’amore e dell’estate.

Il suo nome deriva dal greco “Agape” che vuol dire “amore” e “anthos” che significa “fiore”.

Noto anche come “Giglio del Nilo” o “Giglio africano” (African lily), proviene dall’Africa ed ha origini molto antiche. Difatti, fu importato nel Seicento dal Sudafrica ed iniziò a diffondersi dall’Ottocento riempiendo i giardini di tutta Europa.

I popoli del Sudafrica ne esaltavano le proprietà benefiche. Con le sue radici secche creavano collane per le spose convinti, per tradizione, che tale rito rendesse la donna più fertile e ne proteggesse l’eventuale gravidanza.

Inoltre, le radici di questa pianta venivano macinate al fine di curare diverse infezioni.

Il periodo di fioritura dell’Agapanto va da luglio a settembre.

Sugli steli slanciati esplodono, uno dopo l’altro, decine di fiori campanulati azzurri e si elevano al cielo, dello stesso colore, come per scomparire e confondersi nel suo blu.

Purchè eviti il vento forte, è una pianta semplice da coltivare sia in vaso (meglio se parecchio stretto) che in giardino dove dà vita a meravigliose bordure.


Per moltissimi anni, i botanici non furono in grado di classificare con esattezza questi fiori somiglianti un po' ai gigli, arrivando addirittura a ritenere che appartenessero alla famiglia delle Alliaceae, ossia quella delle cipolle.

Solo successivamente, a seguito di studi sempre più accurati, si è parlato della famiglia delle Agapantacee per poi finire con quella delle Amarillidacee cui pure essi erano stati inizialmente assegnati.

Nel corso del tempo, data la sempre più insistente richiesta di vivaisti e di amatori, si è giunti a ben 625 varietà di Agapanto il cui colore, oltre al classico azzurro, può essere blu, rosa-violetto o bianco.


Numerosi artisti furono ispirati dall’Agapanto.

Uno di questi è Marc Chagall, pittore russo nazionalizzato francese che, innamoratosene, lo fece seminare nel suo giardino in Provenza.


Si parla di un suo “periodo blu” che pare si debba proprio all’amore per questo fiore e al suo particolare blu, colore che Chagall adorava e che è, infatti, uno dei tratti distintivi della sua arte intrisa d’amore.

“Un’anima blu irrompe nei miei quadri…” diceva Chagall, “…Bastava che aprissi la finestra della stanza e subito l’aria blu, i fiori e l’amore entravano con lei…”.

L’artista ammetteva senza remore che ciò che gli interessava nella vita e nell’arte era l’amore. E lo aveva trovato con Bella Rosenfeld che fu costante ispirazione per l’arte di Chagall. “…Per anni il suo amore ha influenzato la mia pittura…Bella scriveva come viveva, come amava, come accoglieva gli amici. Le sue parole, le sue frasi sono una patina di colore sulla tela…”. Il pittore la rappresenta nei suoi quadri in maniera delicata, con un blu riposante e leggero.


Come l’Agapanto si fonde col cielo, così fanno due anime dello stesso colore…

blu Agapanto.

 
 
 

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