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I FIORI DI MADAME GAUTIER

Aggiornamento: 20 ott 2021

“…Marguerite non era mai stata vista con altri fiori che camelie, tanto che dalla sua fioraia, madame Barjou, avevano finito col chiamarla “la signora delle camelie” e il soprannome le era rimasto…”.

Marguerite Gautier è il personaggio del dramma borghese di Alexandre Dumas figlio, drammaturgo e scrittore francese che fu tra i primi a sviluppare vicende di ambientazione borghese incentrate su tematiche familiari e sull’interesse per la nuova posizione sociale della donna.

L’opera, intitolata “La signora delle camelie”, è ispirata da una donna, Marie Duplessis, una prostituta che viveva nel lusso più sfrenato a spese dei suoi clienti e con la quale Dumas ebbe una relazione durata un anno, dal 1844 al 1845.

Marie morì nel 1847 e l’anno dopo Dumas scrisse il suo libro da cui trarrà, nel 1852, l’omonimo dramma.

Quest’ultimo, in cinque atti, fu rappresentato per la prima volta a Parigi al Théâtre du Vaudeville il 2 febbraio 1852 e, cosa mai accaduta prima, ebbe tanto successo da essere riprodotto per oltre cento volte consecutive.

Ad una di queste rappresentazioni era presente Giuseppe Verdi che rimase incantato tanto da farne il soggetto di una delle sue più grandi opere, “La Traviata”.

La protagonista dell’opera di Dumas, Marguerite Gautier, è una cortigiana bella e colta che frequenta gli ambienti più alti della Parigi del tempo. Conduce una vita sregolata e si dà a tutti quelli che in cambio le permettono di vivere come a lei più piace, in un lusso smodato.

Di lei si innamora follemente un giovane di famiglia benestante, Armand Duval, che le fa capire cosa vuol dire il vero amore, quello puro e disinteressato. Purtroppo Armand è arrivato tardi quando Marguerite, già gravemente malata di tisi, è prossima alla fine.

Disperazione e bisogno di riscatto morale si fondono in questo bellissimo dramma che, alla fine, è anche una denuncia contro una società in cui la donna è sfruttata e spesso lasciata alla sua condizione di solitudine e miseria morale e materiale.


Marguerite si recava a teatro sempre con tre cose: un sacchetto di dolci, il binocolo e un mazzo di camelie.

Nel romanzo le camelie sono bianche venticinque giorni al mese e rosse solo cinque. Si suppone che con il bianco ella volesse dimostrare la sua disponibilità nei confronti dei clienti che le chiedevano un appuntamento; con il rosso la sua porta era invece chiusa per quella sera.


In realtà Dumas, nel suo testo, non ha mai accennato al motivo del cambiamento di colore.


Le camelie non sono solo bianche e rosse.

Parliamo di una pianta sempreverde di cui esistono più di duecento specie il cui colore varia dal bianco, al rosso e al rosa. Alcuni fiori sono bicolore o variegati.


Esistono altresì camelie gialle, incantevoli, che sono tuttavia difficili da reperire in commercio.


La camelia (in botanica Camellia), originaria dell’Asia e appartenente alla famiglia delle Theaceae, deve il suo nome al botanico Georg Joseph Kamel.

Fu grazie a quest’ultimo, che ne portò le prime piante dal Giappone nella seconda metà del XVII secolo, che il genere apparve per la prima volta in Europa. Nel 1760, invece, lo si vide in Italia, nel parco della Reggia di Caserta, su richiesta della regina Maria Carolina d'Asburgo Lorena.

Oggigiorno, sono sempre più numerosi i giardini che si vestono di camelie.

E non parlo soltanto di giardini regali. Basta semplicemente interrare la pianta in un pezzetto di terreno acido, il più adatto alla sua natura acidofila.

Due sono le specie che più frequentemente popolano i giardini, la Camellia japonica e la Camellia sasanqua.

La prima e più comune è nata in Cina, Giappone e Corea. E’ molto alta e presenta fiori singoli, piuttosto grossi. Essi possono essere di colore rosso, rosa, bianco e bicolore. Fiorisce da febbraio a maggio a seconda del tipo e, oltre che per il suo innegabile valore ornamentale, è nota per la produzione di semi neri e lucidi dai quali è possibile ricavare un olio di elevata qualità, lievemente profumato e di colore chiaro. Esso veniva anticamente usato a scopo cosmetico e alimentare. Oggi è ancora apprezzato dalle donne giapponesi che se lo passano tra i capelli per renderli ondulati e splendenti.


La seconda specie viene dal Giappone ed è caratterizzata da una crescita molto veloce. Le sue foglie sono più piccole rispetto a quelle della japonica, così come i suoi fiori bianchi, rossi o con favolose sfumature di rosa. La fioritura va da novembre a marzo.

Tra le altre svariate tipologie, degne di menzione sono la Camellia sinensis che fiorisce in ottobre e dalle cui foglie si ottiene il tè, e la Camellia Oleifera coltivata da tempo per la sua utilità in quanto dai suoi semi si ricava un ottimo olio alimentare.

La camelia può essere coltivata anche in vaso, in terreno acido con notevole capacità ossigenante, cercando di porla in una zona di mezz’ombra che è ideale per questa pianta. In tal caso bisogna porre un po' di attenzione affinchè l’acqua con la quale la si annaffia non sia calcarea.

La riproduzione della camelia può avvenire attraverso il seme ma, se si desidera che nascano fiori uguali a quelli della pianta madre, conviene utilizzare il metodo “talea”.

Oltre ad esprimere eleganza, sobrietà ed estrema raffinatezza proprio per la forma del fiore, si dice che la camelia simboleggi un attaccamento d’amore, una profonda ammirazione per qualcuno e quindi un sacrificio in nome dell’amore. Difatti, in Corea, i bouquet delle spose e le decorazioni nuziali sono spesso composti anche da camelie.

In Giappone invece, pur amando questa pianta, le attribuiscono una accezione negativa dovuta al fatto che il fiore si stacca intero dallo stelo e, pertanto, è simbolo di vita spezzata.

Altri popoli, come i cinesi, la ritengono invece un portafortuna da tenere o da regalare in quanto benaugurante per una lunga vita.

 
 
 

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