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IN VERDE A NAPOLI…L’EREMO DEI CAMALDOLI

Aggiornamento: 20 ott 2021



Capita a tutti noi di vivere dei momenti che ci portano a desiderare fortemente pace e serenità.

Esistono dei posti, anche al centro del caos più grande, che ci regalano un senso di benessere, e non è necessario trovarvisi fisicamente perchè a volte basta anche solo immaginarli per sentirci in pace con noi stessi e con gli altri.


Per me, uno di questi luoghi è l’Eremo dei Camaldoli, complesso monumentale storico ed artistico sito a Napoli, immerso nel verde sulla collina dei Camaldoli.

Fu eretto laddove sorgeva una chiesa fondata nel 489 dal vescovo africano San Gaudioso e dedicata alla Trasfigurazione.


Nel 1585, grazie ai Conti Carlo e Giovanni d’Avalos e su progetto dell’architetto Domenico Fontana, fu edificato l’imponente complesso monastico in un primo momento denominato “Santa Maria Scala Coeli”, affidato ai benedettini Camaldolesi.


La vecchia chiesa venne ricostruita e tutto il complesso si ingrandì poi moltissimo anche a seguito di numerose donazioni da parte di fedeli e di nobili.

Dopo una grande restaurazione nel 1792, esso fu soppresso due volte, per volontà di Napoleone nel 1807 e dei Savoia nel 1866.


Nel 1885, tornò ad esistere nelle mani dei benedettini Camaldolesi.

L’ingresso all’Eremo avviene attraverso un grande arco dove appare lo stemma dei Camaldolesi. Da qui si accede alla chiesa accanto alla quale si erge la torre campanaria. Proseguendo ci si trova in un ampio giardino dotato di diversi orti.

Sui viali del giardino, si affacciano le sedici celle monastiche e, al limite di esso, si trova un bellissimo belvedere diviso in due zone, una per i monaci e l’altra per i visitatori, dal quale si può godere di una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli.


L’Eremo dei Camaldoli è dotato inoltre di un refettorio, di officine, di una foresteria con venti camere, di una fornitissima biblioteca con tanto di sala lettura, di una sala convegni, di alcune aree per ricreazione, e finanche di una farmacia.

Oggi il complesso è retto dalle Suore di Santa Brigida, chiamate “brigidine” che danno ospitalità ai visitatori nel corso di tutto l’anno.

La bellezza dell’Eremo per me non ha alcun legame con qualcosa di religioso in senso stretto. Io credo fermamente ma preferisco agire secondo coscienza piuttosto che pregare ed essere, come tanti che conosco, la peggiore degli ipocriti.


Ad affascinarmi è invece la sensazione di pace che un posto del genere, completamente circondato dal verde, è in grado di trasmettere all’uomo.

Oltre ad essere il colore della speranza, il verde è il colore per eccellenza della natura!

Gli anglosassoni hanno giustamente parlato di “vitamina G” da green. Sì perché il verde ha il potere di “far stare bene” o quantomeno di “far stare meglio” mettendoci in connessione con quanto di più bello è stato creato.


Avere contatto con uno spazio verde, stare in un giardino, in un orto o semplicemente su un balcone fiorito aiuta a rilassare la mente e il corpo.

Occuparsene poi, sebbene stancante, è una vera e propria terapia. Si semina e si raccoglie, ci si assume delle responsabilità verso la natura e si ammira ciò che quest’ultima ha deciso di donarci in cambio del nostro lavoro.

 
 
 

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