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ORCHIDEE. IL VERDE IN NERO...WOLFE!

Aggiornamento: 20 ott 2021


“…Nella vita tutto, tranne la coltura delle orchidee, deve avere uno scopo…”.

E’ quanto sostenuto dal noto investigatore montenegrino Nero Wolfe, innamorato pazzo di questi fiori speciali.

Personaggio ideato sapientemente dallo scrittore statunitense Rex Stout, e magistralmente interpretato in Italia dall’attore Tino Buazzelli nella serie televisiva del 1969, il pantagruelico e al contempo raffinatissimo investigatore riesce a risolvere i casi più complessi senza quasi mai lasciare la propria abitazione in un elegante palazzo in “brownstone” sito al numero 918 della 35ª strada ovest di New York.


Uno dei luoghi prediletti della sua bella casa è proprio la serra nella quale Nero Wolfe, tra le sue adorate orchidee, molte delle quali da lui stesso create, aguzza l’ingegno e giunge ad argute conclusioni sui casi che lo occupano.

Tanto ci viene raccontato da Archie Goodwin, assistente tuttofare del pigrissimo Wolfe ed io narrante dei romanzi di cui lo stesso è protagonista.

Coltivare l’orchidea non è cosa semplice.

Ci si innamora dei colori stupendi dei suoi fiori e, quando la pianta li perde, l’infatuazione finisce e la si lascia morire. Solo chi la ama veramente riesce a farla vivere e la cura con dedizione, aspettando con pazienza di rivedere i meravigliosi fiori che rinascono anno dopo anno regalando, oltre ad accostamenti di colori da favola, forme di una particolarità più unica che rara.

Esistono ventimila specie di orchidea, la maggior parte delle quali originarie delle zone tropicali dell’Asia e del Centro e Sud America.

La pianta fu scoperta nel lontano 1600 dal botanico tedesco George E. Rumphis che le diede il nome di “Angraecum album majus”.

L’orchidea più nota e diffusa è la “phalaenopsis”. Questo nome si deve alla forma del fiore, che ricorda una splendida farfalla. Difatti “phalaena” vuol dire farfalla e “opsis” simile. Fu il botanico Carl Ludwig Blumead ad inventarlo quando, nel 1752, si trovò dinanzi ad un bellissimo esemplare di questo fiore in Indonesia, sull’isola di Giava.

In genere l’orchidea predilige un ambiente umido, ventilato e mite, tendente al caldo.

E’ amante altresì della luce ma di solito non la tollera bene se troppo diretta. Difatti è sconsigliabile trasferirla in ambienti esterni all’inizio dell’estate.

E’ importante evitare che le radici della pianta entrino direttamente in contatto con l’acqua ed è quindi preferibile appoggiare il vaso su un sottovaso e versare in quest’ultimo l’acqua quando si annaffia. Le belle foglie verde scuro svolgono un ruolo cruciale in quanto, mancando un vero e proprio bulbo, vengono sfruttate per immagazzinare l’acqua.

Ad ogni modo, ciascuna varietà di orchidea ha le proprie peculiarità relativamente, per esempio, alla maggiore o minore sensibilità alla luce solare e ai cambi di temperatura.

Se coltivata in modo giusto, l’orchidea può star bene in casa, in serra e, con un clima favorevole, anche in giardino.

Diversi amatori si dilettano a propagare le orchidee.

Il loro sviluppo è molto lento ed avviene in maniera graduale. Pensate che, quando la propagazione si effettua attraverso i semi (da piantare solo a due per volta), si attendono spesso addirittura degli anni per poter ammirare la prima fioritura.

La mia esperienza con l’orchidea è iniziata il 25 settembre di quest’anno quando ho deciso di regalarne una a mia nonna per i suoi 101 anni. E’ proprio quella fucsia che vedete in foto, che le è piaciuta tantissimo e che io spero di riuscire a far vivere il più a lungo possibile. Vi terrò aggiornati!

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